E' una storia vera sulle maggiori vicende del Novecento, vissute dai protagonisti, un operaio ed una casalinga, originari di due paesini del tutto diversi sul piano storico e sociale, l'uno sito all'estremo nord in Valle Camonica (zona bianca, con l'Olcese, la filanda maggiore del mondo) e l'altro (cittadella rossa, agricola-pastorale) a sud di Roma sopra l'Agro Pontino. Batistì partecipa alla bonifica pontina, contraendo la malaria, ma incontra Tirda a Eden, dove , sposati, partecipano all'episodio locale più famoso della lotta partigiana, dopo un grave infortunio sul lavoro occorso a Batistì proprio all'Olcese. Al manifestarsi della malattia mentale del figlio Nello, la famiglia si trasferisce negli anni sessanta a Brescia, dove i figli Elena ed Alberto restano a vivere e sono direttamente coinvolti nella storia della città (Alberto da protagonista) prima e dopo la strage di piazza della Loggia. Al centro della narrazione sono le passioni e le numerose tragedie personali.