In compagnia di un misterioso maestro e del cacciatore Guilbert, il giovane Kaled partirà infine verso la Terra Santa, scoprendo - insieme a un mondo sconosciuto e familiare - se stesso, le proprie radici e il senso dell'utopia. Dopo Biglietto d'amore e I colori del cuore , con Il ragazzo dagli occhi neri Laura Mancinelli torna al suo vivo Medioevo, narrandoci ancora - tra storia e metafora - le tappe, le tragedie e la bellezza dell'esistenza. Occhi vellutati e pelle ambrata, il piccolo Kaled appare molto diverso dalla bionda sorellina Lill e dagli altri bambini del villaggio. In mezzo al bosco, come una nuvola bianca, è fiorito un melo; sotto quell'albero, che su Kaled esercita un'arcana e potente attrazione, è sepolto un principe egiziano... «Che cos'è un principe?» chiede il ragazzo alla madre, che è turbata dalla domanda. Tra scoperte, giochi e cavalcate, Kaled è felice nel piccolo borgo immerso nel verde, ma talvolta è assorto in certe sue fantasie: sogna terre lontane e il mare, che pure non ha mai visto. L'inquietudine non lo lascia mai e, compiuti i diciott'anni, gli viene rivelato un segreto. A quel punto neppure l'amore per la bellissima Nontiscordar, figlia del poeta Hadlaub, lo tratterrà dal partire verso l'ignoto, tutto da esplorare. Lo accompagneranno il cacciatore Guilbert e l'anziano maestro dagli occhi azzurri, che cela un passato misterioso. Delle vicissitudini di Guilbert e Kaled sapremo solo attraverso il racconto del maestro: per lui quel viaggio è stato l'ultimo, ma ne ha compreso anche il senso più profondo. Un senso che ci riguarda tutti, perché in filigrana, dalla trama del racconto, traspare il mondo di oggi, devastato da guerre che desertificano culture e civiltà, lasciando però miracolosamente intatto, nel cuore della terra, il seme dell'utopia.