Voltaire (1694-1778) era nato per scrivere. Scriveva tragedie, commedie, poemi, storie di uomini e di regni, operette filosofiche: un grandissimo «dilettante», che si cimentava in tutti i generi di scrittura, sebbene quello didascalico-narrativo, cioè il racconto simbolico, il ritratto storico e divulgativo, fosse quello a lui piú congeniale.
Il secolo di Luigi XIV appartiene a questo filone: un affresco per quel tempo assolutamente originale che introduceva il concetto di civiltà e che si proponeva come un capitolo di storia universale. Dopo la descrizione delle campagne militari e dei trattati di pace, Voltaire affronta gli argomenti che gli stavano a cuore: le arti, le scienze, le lettere, ma anche gli ordinamenti finanziari e militari, la politica ecclesiastica, le correnti religiose. La sua visione di storia «totale» è assolutamente innovativa e il
Secolo può essere a ragione considerato il primo esempio di storiografia moderna.
Introduzione di Ernesto Sestan, traduzione di Umberto Morra. Con un saggio di Giovanni Macchia, la cronologia della vita e delle opere e una nota bibliografica.