Questa è la tragica vicenda vissuta da un giovane operaio genovese che il 16 giugno 1944 venne prelevato con la forza dalla fabbrica dove lavorava e trasferito dai nazifascisti prima nel campo di Mauthausen e successivamente a Linz. Orazio De Santis, oggi novantenne, decide di ripercorrere quel periodo difficile e raccontare la sua storia al figlio Francesco, perché il ricordo di quella brutta pagina di storia non vada smarrito. Un’epopea incredibile la sua, iniziata con un viaggio in treno da incubo e proseguita fra freddo, sporcizia, fame e bombardamenti, con le sigarette usate come valuta contante e un’umanità che cerca di resistere e fare scudo comune contro le barbarie. Con un stile sarcastico e tagliante, Orazio è abile nel far rivivere senza orpelli o mistificazioni un momento storico folle e assurdo in cui l’uomo negò all’uomo la dignità stessa del proprio nome.