Numerose autorevoli fonti americane, europee, laiche e musulmane hanno riconosciuto nella predicazione del Nuovo Califfato radici profonde nella religione e nella storia di frange minoritarie ma antiche e persistenti dell’Islam. Si tratta di radici che affondano nella tradizione wahabita, religione di stato in Arabia Saudita, diverse dalle radici più ortodosse dei Fratelli Musulmani e di al Qaeda. Questo breve studio vuol essere semplicemente un aiuto per riassumere credenze religiose e ricordare eventi storici, quasi del tutto ignorati dai media e dalla saggistica italiana, per comprendere come le conoscenze sulla storia e la religione islamica siano essenziali per interpretare quanto oggi sconvolge tutto il mondo musulmano.
Sin dalle origini dell'Islam si confrontano un atteggiamento “razionalista” che cerca una interpretazione razionale del Corano e non rifiuta l'innovazione ed un atteggiamento “tradizionalista” che rifiuta ogni innovazione e impone una interpretazione letterale del Corano a cui aggiunge la Sunnah, la tradizione, costituita da migliaia o più di hadith, i detti del Profeta, raccolti dalla tradizione orale secoli dopo e filtrati solo con metodi ingenui. Buona parte della Sharia (la legge) e delle norme rituali e di costume che regolano ogni aspetto della vita di un credente derivano solo dagli hadith.
L'innovazione e il “ragionamento indipendente” sono alla base della grande cultura musulmana medievale e sono ancora accettate in alcune culture islamiche moderne ma la maggior parte dell'Islam accetta una interpretazione tradizionalista e ostile alla “razionalità”. Dalla corrente tradizionalista nasce una interpretazione integralista fondata da Hanbal che trova una autorevole successore in al-Taymiyyah quando cade il califfato arabo. Corano e Hadith sono recepiti alla lettera (testualismo), si rifiuta il “libero arbitrio” , si accentua il fatalismo ed il quietismo verso i governanti salvo predicare il Jihad violento non solo contro l'occidente (al Qaeda) ma contro chiunque, musulmani o occidentali, non voglia ritornare ai costumi dell'Arabia dei “Salafi” i compagni del Profeta.
Sempre minoritario e contestato, tale pensiero viene ripreso da Wahabi in sinergia con la politica aggressiva della famiglia Saud: storia crudele e sconosciuta dal XVIII° secolo ad oggi. Solo dopo la seconda guerra mondiale l'”eresia” wahabita, con i mezzi finanziari di Sauditi e Qatarini e la sensibilità sociale dei Fratelli Mussulmani, avvia una potente azione missionaria che diffonde l'interpretazione integralista in tutte le comunità musulmane.
Il discorso di Abu Bakr al Baghdadi, il califfo del Daesh, mostra chiare derivazioni da antiche ideologie integraliste che purtroppo da molti musulmani sono percepite come superiori interpretazioni dell'Islam ma che rendono problematico il rapporto dell'Islam con altre culture e religioni.