Una giovane promessa del basket sogna di diventare forte al punto di conquistare la fiducia di Kobe Bryant, ma un brutto infortunio gli farà prendere una svolta inaspettata.
Tra allenamenti estenuanti, partite, sofferenze, pressioni, ultras, rapine e cenni storici, l'autore ci accompagna in un mondo dove la palla a spicchi è al centro di tutto, l'essenza stessa della vita.
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Michele Ponte, come Michael Jordan, da ragazzino si appendeva alla sbarra sperando di allungarsi e diventare più alto, ma si è fermato al misero 1.91 che lo ha portato ha un'ottima carriera cestica: tagliato nel precampionato da una squadra di C2. Nel frattempo aveva intrapreso la poco redditizzia strada del romanziere, presto seguita dalla forse ancor più misera via giornalistica (più che altro per andare al cinema gratis) dove è diventato vice direttore della sezione sportiva di un settimanale poi fallito. Negli anni poco è cambiato: di soldi non ne vede e si addormenta e si sveglia controllando i risultati NBA. Questo libro è il suo testamento d'amore verso il basket.