Questa è la storia di una scrittrice “bambina indaco” in bolletta che viene invitata a rappresentare pubblicamente le sue storielle ben poco riverenti.
Quei racconti particolari, venivano spesso scartati dalla critica per una scrittura troppo cruda, troppo dura, non conforme alla morale letterale.
Al termine della rappresentazione la poveretta viene pugnalata alla schiena da una mano anonima di un ascoltatore forse troppo immedesimato nella scena di chissà quale racconto, e così la scrittrice “bambina indaco” si ritrova immobile in un letto d’ospedale.
Continuerà tuttavia a raccontare le sue fiabe toccanti con la mente, ma a scriverle non sarà più la sua mano, ma quella di un Angelo costruito nella sua folle immaginazione.