La vita quotidiana dei territori montuosi occidentali della Palestina, l'architettura e l'arredo, le attività agricole e di produzione del cibo, l'artigianato rurale e i metodi di realizzazione degli oggetti in vimini, della ceramica e dei tessuti. Frutto di una lunga ricerca effettuata tra i villaggi e gli abitanti del West Bank, e illustrato con fotografie contemporanee e di archivio, oltre che con splendidi acquerelli del XIX secolo, un libro che è soprattutto un racconto, il racconto di un modo di vivere dalle radici antiche, di forme intese come "luoghi" intrisi di abitudini e credenze, dei colori di vesti sgargianti, dei suoni di una lingua che riecheggia l'incessante cantilena del vento secco che da secoli batte le case in pietra calcarea le cui cupole bianche si confondono con i profili sinuosi delle montagne. Un racconto che tenta di ricomporre i tasselli di una cultura oggi quasi del tutto cancellata dalla follia della guerra, di un mondo la cui memoria è parte integrante di quello "spirito mediterraneo" della vita e dei luoghi che anche noi, sulla "sponda occidentale" del mare comune, stiamo in altri modi distruggendo, rischiando di perdere uno degli elementi fondanti del nostro senso di appartenenza e di identità. Perché è solo guardando a chi di giorno in giorno perde la propria identità perdendo i propri luoghi, i propri oggetti, la propria memoria, che possiamo renderci conto di quanto invece a noi ancora resta sotto forma di pietre, di spazi, di forme in cui ogni pezzo riceve valore in relazione ad ogni altro pezzo, in una rete di storie, significati, colori e materiali la cui conoscenza rappresenta il solo possibile punto di partenza per combattere il dilagante senso di smarrimento e alienazione dell'epoca moderna, perché non si continui a creare un mondo di indefinito cemento grigio e percorsi rettilinei, ma si possa ritrovare il senso profondo della costruzione, di un muro, di uno spazio, della nostra futura memoria, di noi stessi.
Suad Amiri nasce a Damasco da genitori palestinesi nel 1951. Studia architettura alla American University di Beirut e all'Università del Michigan, specializzandosi infine ad Edimburgo. Nel 1981 torna come turista a Ramallah, nel West Bank, dove insegna alla Birzeit University. Nel 1991 fonda il Riwaq Center of Architectural Conservation, del quale è attuale direttrice. Vincitrice del Premio Viareggio Versilia 2004, ha scritto e curato numerosi volumi sui differenti aspetti dell'architettura palestinesi, oltre a romanzi editi in Italia dalla casa editrice Feltrinelli: Sharon e mia suocera (2003), Se questa è vita (2005), Niente sesso in città (2007).
Vera Tamari nasce a Gerusalemme nel 1945, studia Belle Arti a Beirut, ceramica a Firenze, e si specializza in Arte e Architettura Islamiche all'Università di Oxford. E' membro della Lega degli Artisti Palestinesi, ed ha partecipato a numerose mostre internazionali nei Paesi Arabi, in Europa e negli Stati Uniti. E' membro fondatore del gruppo di artisti "New Vision", nato durante la prima Intifada, e del Wasiti Art Center di Gerusalemme. Insegna attualmente Arte e Architettura Islamiche all'Università di Birzeit.
Alessandra Scarano nasce nel 1978 a Napoli, dove si laurea in architettura all'Università Federico II. E' dottore di ricerca in Composizione Architettonica e ha svolto incarichi di insegnamento nell'ambito della progettazione architettonica presso la Facoltà di Architettura. Da sempre studia i temi dell'identità dello spazio costruito e del rapporto di questo con l'ambiente naturale. Ha partecipato a numerose conferenze internazionali e ha pubblicato saggi e volumi tra i quali: Identità e differenze nell'architettura del Mediterraneo (Gangemi, 2006) e Luoghi e architetture del Mediterraneo (Gangemi, 2006).