La città del lavoro è un libro programma. Oggi il fordismo, con le sue grandi fabbriche, è In Italia e in Occidente al tramonto. Ma non è in crisi il taylorismo, che nel Novecento è stato accettato anche dal socialismo di Stato e dalla cultura di sinistra e comunista. Il lavoro continua, in larga parte, ad essere eterodiretto, ridotto a merce e a cosa, appendice e schiavo della tecnica, mentre la sinistra è incapace di dare una risposta adeguata ai neoliberismo, ai processi tecnologici e di globalizzazione in corso. Ripensare la sinistra significa porre al centro della politica il lavoro come diritto di cittadinanza costituzionale; e soprattutto affermare la democrazia e la libertà nel lavoro affinché la persona umana possa realizzare il proprio progetto di sapere e di vita.
Bruno Trentin, dopo aver preso parte come partigiano combattente alla lotta di Liberazione nelle formazioni di Giustizia e Libertà, è stato esponente di spicco del Pci e della Cgil. Segretario generale della Fiom dal 1962, fu uno dei protagonisti dell’«autunno caldo». Dal 1988 al 1994 è stato segretario generale della Cgil, di cui ha promosso un profondo rinnovamento programmatico. Deputato del Parlamento italiano nel 1966 e parlamentare europeo dal 1999 al 2004, ha dedicato tutta la vita, oltre che alla ricerca culturale, alla promozione di un programma di sviluppo basato sull’economia della conoscenza e sul riconoscimento del diritto al lavoro e della libertà dei lavoratori.
Iginio Ariemma, dirigente politico e giornalista, è stato segretario provinciale della Federazione torinese del Pci dal 1976 al 1979 e segretario regionale in Veneto dal 1980 al 1983. Collaboratore di molte testate, tra cui «L’Unità» e «Rinascita», è autore di La casa brucia. Storia della svolta, dal Pci al Pds, Marsilio, 2000. Dal 2007 coordina presso la Fondazione Di Vittorio il gruppo di lavoro su Bruno Trentin.