Per costruire Santa Maria del Fiore i fiorentini avevano abbattuto intere foreste per ricavare il legname delle travi, raso al suolo vecchie chiese e quartieri, esumato i morti dalle tombe attorno al battistero di San Giovanni. La prima pietra era stata posata nel 1296, e nel 1418 mancava un solo particolare: la cupola. Sarebbe stata la più grande mai costruita e doveva levarsi verso il cielo senza sostegni visibili. Fu indetto un concorso e a vincerlo fu un orafo e scultore che sarebbe diventato un genio del Rinascimento: Filippo di ser Brunellesco. Un saggio in cui le vicende della costruzione della cupola e del brillante Brunelleschi, orgoglioso delle sue invenzioni e ossessionato dalle macchinazioni dei rivali, si intrecciano alla narrazione degli eventi – guerre, epidemie, lotte politiche – e dei fermenti intellettuali di un’epoca straordinaria. La creazione di un capolavoro, capace di resistere ai fulmini, ai terremoti, al passare dei secoli, che oggi incanta chiunque lo osservi da lontano o salga lungo le sue strutture; incarnando, ai nostri occhi, lo spirito del Rinascimento e di Firenze.