Photo essay - Goddess worship in the wild Aspromonte (southern Italy): new archaeological finds.
Questo eBook è un esclusivo viaggio fotografico tra i luoghi, gli oggetti e gli aspetti dell'antico culto della Dea Madre praticato, in età pre-protostorica, nell'area di Monte Perre, una delle aree più emblematiche dell'odierno Parco Nazionale dell'Aspromonte.
Circa 4 millenni orsono, la vetta di Monte Perre (1387 m) era un santuario d’altura a cielo aperto dove si venerava la Dea con offerte votive seguite da roghi e frammentazione rituale. Nelle credenze di allora, il monte era la Grande Madre che dall’alto vegliava e proteggeva gli insediamenti umani posizionati a valle.
Gli idoletti litici rinvenuti in uno di questi insediamenti rappresentano simbolicamente la Grande Dea nei suoi molteplici aspetti di Dea Gravida, Dea Civetta, Dea Scrofa, Dea della Morte e della Rigenerazione.
L'idoletto fallico e l'idoletto-talismano della Dea Madre hanno in comune il volto di civetta, a conferma dell'unicità della Grande Dea che veniva rappresentata sotto forme diverse.
Il tema iconografico del fallo associato al concetto di rigenerazione lo ritroviamo, in grande, nella monumentale rappresentazione simbolica della ierogamia (accoppiamento sacro) all'ingresso della Grotta di Litri, considerata, allora, l'utero della Dea dove si deponevano i defunti perché potessero rinascere a nuova vita.
Il viaggio fotografico si snoda lungo l'antica via del sacro, per poi proseguire in macrofotografia tra gli idoletti di Serro d'Acatti e tra i frammenti votivi di Monte Perre.
La sezione fotografica è preceduta da una breve parte introduttiva e didascalica.
Note di archeomitologia evidenziano il legame che unisce l'antico santuario d’altura di Monte Perre con i due famosi santuari sorti nel territorio in epoche successive: il Persephoneion di Locri Epizefiri ai tempi della Magna Grecia e il santuario di Polsi nell'era cristiana.
Una particolare assonanza ideologico-religiosa viene riscontrata tra la rappresentazione della ierogamia presso la Grotta di Litri e il Trono Ludovisi ove traspare il rituale della cosiddetta prostituzione sacra a Locri Epizefiri.