Il mondo versa oggi in un gravissimo pericolo, un pericolo assai più serio di qualsiasi altro già affrontato dall’umanità nel suo complesso nel passato prossimo o remoto, un pericolo senza precedenti perché da un lato sta andando diritto verso il disastro climatico, demografico e ambientale, dall’altro è lanciato a capofitto verso la minaccia sempre più concreta di una guerra nucleare.
Mentre alcune classi totalmente irresponsabili, fortemente minoritarie in quanto a numeri, ma anche fortemente prevalenti in fatto di risorse e di potere, procedono come tori impazziti verso il disastro, mentre la maggioranza degli esseri umani rimane apparentemente indifferente o almeno torpida e ignara circa il tragico destino che la attende, rimane pur sempre una minoranza che vorrebbe fare tutto il possibile per invertire la rotta demenziale di chi si arroga di detenere il controllo del pianeta, minoranza che si trova tuttavia del tutto inerme nei confronti di un potere mondiale più esteso e tuttavia anche più ignorante e più rozzo che mai. Questa minoranza cosciente e impegnata non solo non ha alcun potere ma non gode neppure di un minimo di considerazione da parte della grande maggioranza dei concittadini che evidentemente pensano che i detentori del potere debbano per forza sapere almeno in linea di massima ciò che fanno o magari che i detentori delle risorse meritino considerazione a causa della loro situazione socioeconomica e della loro innegabile influenza geopolitica.
Che fare? Bisogna anzitutto informare sulla realtà dei fatti, ma questo non basta, purtroppo. Bisognerebbe anche convincere, una maggioranza riluttante sulla valutazione da dare ai fatti rettificati, dato che la disinformazione è penetrata tanto profondamente nel tessuto sociale da capovolgere la realtà creandone una totalmente fittizia e alzando un muro di profonda diffidenza nei confronti di chi si sforza di ripristinare la verità. La verità diventa “bufala” (parola ampiamente abusata nel web) e la menzogna diventa verità nei social media come nelle conversazioni tra cittadini medi. L’incredibile diventa credibile, il reale diventa teorema tutto da dimostrare e il futuro si tinge di colori sempre più foschi. La tragedia potrebbe iniziare da uno stupido incidente, da una valutazione sbagliata delle forze e delle motivazioni in campo. Purtroppo, sembra che qualcuno stia cercando lo scontro per motivazioni fin troppo chiare per non essere aborrite.
E tuttavia non è possibile esimerci dall’azione, né è possibile dimenticare che tutte le azioni collettive sono normalmente precedute da lunghe elaborazioni intellettuali che devono dimostrarne in modo stringente la necessità e anche l’urgenza. Certo, c’è il rischio che la nostra voce, come quella di molti altri migliori di noi, cada nel vuoto più assoluto, ma non esiste alternativa. Questo documento vuole essere uno dei cento, mille, spero anche centomila in un prossimo futuro, che ricordino al popolo quanto sia minacciosa la realtà presente e che elaborino idee fresche e coraggiose per capovolgerla. Vuole essere un seme che produca uno dei primi, grandi alberi di una nuova foresta.