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Dal testo:
Creperà fra poco, basta aspettare, poi qualche foto per il database, una liana e una pietra. Portiamo fucili mitragliatori, non badili. Gli acquitrini, però, non mancano; meglio di niente.
Intanto rimane sul terreno una sacerdotessa mancata, una di quelle che ti immagini - magari dopo un po’ di whisky - di veder uscire dalla terrazza di una ziqqurat ad arringare il popolaccio in tempi privi di connessione; una Pizia dalla pancia molle, ridotta a poltiglia sanguinolenta.
Eccola lì con la lingua sotto il palato e il culo stretto, i freni tirati al massimo nel tentativo disperato di non farsi prendere nemmeno da Dite.
Eccola lì nella sua camicetta verde-poltiglia sbottonata fino allo stomaco, aggressiva, rabbiosa, come i suoi stivali intrisi di fango, che segnano pesanti il terreno con sussulti improvvisi.
Per la morte c’è ancora da penare.
Non si decide a crepare e allora viene rimessa sulla lettiga, due rami robusti e una sola liana intrecciata molte volte.
La marcia riprende.
Non è morta addosso a quell’albero. Ha lasciato un altro pezzo di vita, ma non il suo cadavere.
L’epilogo è rimandato.
L’attenzione passa ad altro, ciascuno con i suoi pensieri fissi, la routine della marcia riprende il sopravvento.
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"Sulla Porta di Dite" è una Collana inedita di racconti neri, esoterici e dell'occulto, sconsigliata ai deboli di cuore e di spirito.
La Collana è diretta da Salvatore Conte.