Un desiderio oscuro. Una vittima inerme.
Un delicato amore infranto. Il dolore che diventa odio, poi rabbia, e quindi forza.
La minaccia di una nera presenza.
Sono i fantasmi che agitano la mente e la volontà di una nascente anima guerriera.
Armata del dono più macabro e infausto, e tuttavia unico possibile strumento che la porterà alla vendetta, unica via percorribile verso una dolorosa redenzione.
"La vita di Hylenij Veen Daer Aesjndil, duchessa di Naharn, venne completamente sconvolta in un solo tragico frangente.
La notte parve giungere prima quel giorno. Nuvole di pece si delinearono all’orizzonte.
Fumo oscuro e denso come l’alito infernale di mille demoni, esse celarono il cielo ed il mare, opponendosi alle stelle ed alla luna, velandone sinistramente il pallore.
Il vento giungeva afoso ed opprimente, e faceva scuotere le imposte e i vetri del palazzo ducale.
E d’improvviso apparve il fuoco. Esplosioni, urla, i cancelli divelti, le guardie trucidate da forze oscure che saettavano imprendibili.
Bestie dell’ombra diffusero la morte.
Le stanze rimbombavano degli strilli delle serve e delle ancelle che non furono risparmiate.
Il frenetico movimento di chi cercava di sopravvivere, di scappare o più follemente di opporsi, rendeva l’atmosfera ansiosa ed insopportabile.
Le urla e il male si susseguivano incessanti.
E salivano.
Su, presso le stanze del piano nobile.
Un istante di silenzio. Brevi passi. Una risata crudele.
La porta della camera esplose, dividendosi in schegge che si tramutarono in frecce contro di lei.
I demoni neri sostavano sulla soglia. Il bianco lattiginoso dei loro occhi fissava il vuoto e le loro lunghe, molli membra artigliate penzolavano nell’attesa di un comando.
Una voce inumana che eruttava dal più perfido degli inferi ordinò.
Hylenij fu accecata dal sangue che si diffondeva schizzando ovunque, violando quello che era stato sino ad allora un nido di quiete.
Un pianto disperato fu l’angosciante sottofondo del massacro.
Infine il buio s’impossessò di ogni senso.
Indefinibili momenti dopo, il più orribile dei risvegli: tutto era finito, tutto ciò che lei aveva amato era scomparso.
Una enorme spada di un cristallo, nero e vivo, giaceva sul macabro letto nuziale tinto di rosso. Il pianto giungeva da essa lamentoso ed ovattato.
Una voce maligna ed odiosa continuava a riecheggiare nella mente di Hylenij:
“Verrai da me. Con lui. Io vi aspetterò… ”
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