Questo libro non è l’autobiografia della star del momento perché Giovanni Allevi, musicista e filosofo timido, non avrebbe mai pensato di scriverne una, e tanto meno si sente una star. Certo, la storia che ha da raccontare, e che lo ha portato dal pianoforte scordato di una scuola di provincia al fedele Bösendorfer con cui oggi registra i suoi successi, è davvero eccezionale. Ma è solo il filo conduttore di queste pagine che sono un doveroso omaggio, una dichiarazione d’amore alla “Strega capricciosa” che ha monopolizzato la sua vita: la musica, che ha sempre preteso da lui dedizione assoluta. Da quando si sono incontrati ha plasmato il suo pensiero, ha assorbito ogni energia. Le melodie vengono a lui sui mezzi di trasporto, nei supermercati e persino mentre suona qualcos’altro, durante i concerti. Per “Lei”, per la musica, Allevi ha lavorato come cameriere, come supplente, ha distribuito volantini sui Navigli milanesi. Per Lei è volato a New York a conquistarsi una possibilità nel tempio mondiale del jazz. E anche adesso che sono arrivati i dischi di platino, il tutto esaurito dagli Stati Uniti fino alla Cina, le collaborazioni con orchestre internazionali, la musica non gli dà pace e bussa nella sua testa per liberare, attraverso le sue mani, la propria voce. Perché Giovanni Allevi ringrazia questa entità tiranna, che una volta lo ha persino portato a guardare il mondo attraverso il vetro di un’ambulanza? Perché grazie a Lei ha potuto esprimere emozioni e sentimenti oltre la barriera della parola e instaurare un dialogo ininterrotto con milioni di persone. Ora, vuole raccontare il pensiero e l’intenzione che animano la sua musica, in un libro che intreccia vita e filosofia e che parla al cuore di tutti, vibrando della freschezza di uno sguardo che non vuole smettere di stupirsi.