Con le norme introdotte nel 1994 (D.L. 564 del 30/9/1994) ed in seguito con lo Statuto del contribuente del 2000, oltre all'evoluzione successiva, abbiamo assistito, negli ultimi anni, ad un periodo storico che ha visto il Fisco italiano in costante, diretta contrapposizione con il contribuente. La farraginosità delle norme fiscali, introdotte nel sistema in modo confuso e asistematico, il contenuto e la portata delle stesse, hanno prodotto una evasione fiscale di portata eccezionale ed una elusione che ha messo a dura prova le capacità del legislatore nell'applicare metodi di contrasto, conducendo, ad una stretta fiscale nei confronti dei ceti medi sproporzionata e irrealistica per un paese civile. Questa situazione ha portato ad un aumento esponenziale delle controversie tra Fisco e contribuente che ha congestionato, fino quasi a soffocare il sistema del contenzioso tributario, rendendo necessaria una radicale riforma che investisse non solo il processo tributario, ma tutto il sistema di rapporti tra Amministrazione Finanziaria e contribuente. Come risposta a queste esigenze, negli ultimi anni, si è consolidato un nuovo indirizzo normativo volto alla riorganizzazione, sia del contenzioso tributario, sia delle strutture organizzative e del funzionamento dell'Amministrazione Finanziaria, secondo canoni di trasparenza e di semplificazione delle norme e degli adempimenti a carico dei contribuenti. Il nuovo indirizzo normativo è composto principalmente da: - Autotutela; - Interpello - Accertamento con adesione; - Conciliazione giudiziale; - Ravvedimento Operoso ed Acquiescenza. In generale questi termini confluiscono più in generale sotto il termine di “controlli fiscali”. Essi sono rivolti, sostanzialmente, al potenziamento dei poteri di riesame, alla facoltà di revisione del proprio operato (Autotutela) e al rafforzamento del contraddittorio fra autorità impositrice e soggetto passivo del tributo, sia nella fase precontenziosa (accertamento con adesione del contribuente e diritto di interpello), sia successivamente in quella contenziosa (conciliazione). I suddetti istituti traggono origine, dalla legge n. 241/90 sulla trasparenza nel rapporto tra la Pubblica Amministrazione e cittadino. Il merito di tale legge è quello di aver dettato in modo espresso e organico, delle regole generali a cui deve ispirarsi l'ordinamento giuridico amministrativo e precisamente i principi di legalità, efficacia, economicità e pubblicità; principi che, pur già riconosciuti a livello costituzionale, hanno trovato nella legge citata sopra, nuovo vigore e un rinnovato interesse. Anche il principio della trasparenza amministrativa, può identificarsi come partecipazione e coinvolgimento del cittadino nel procedimento amministrativo e in quello della conoscenza degli atti ed individuazione del responsabile del procedimento. In questo testo ci occuperemo essenzialmente di “accertamento (o controllo) fiscale” con tutte le implicazioni che questo argomento comporta a livello, giuridico, normativo, fiscale e giurisprudenziale. Alla fase di accertamento si attribuisce, infatti, il complesso di atti e fatti, legati a procedimenti ed eventualmente in sub-procedimenti, la cui funzione è quella di determinare il quantum del tributo, sia nella fase precontenziosa (accertamento con adesione del contribuente e diritto di interpello), sia successivamente in quella contenziosa (conciliazione).