Tutte le storie sono una sola storia e tutti i libri sono un solo libro. Narrazioni, film, visioni sotterranee che fondono le trame del mondo in una dissezione di quello che scorre nell’universo parallelo del raccontare. E l’osservarsi coattivo in quello specchio borgesiano che è una storia fa di ogni autore la vittima e il carnefice di quella stessa storia.
Debiti infiniti di letture, di formazioni e, forse, di vessatorie ossessioni devono essere in qualche modo onorati.
La parte di niente è, come ogni storia, il riflesso di quei debiti, di quelle letture.. di quelle vessatorie ossessioni. E, come ogni storia, è attraversata da rimandi, da citazioni, da efferate influenze, da perpetui ed eterni vincoli, a volte icone assolute, a volte semplici, ma non meno importanti, testimoni di una frase o prodromi di un’idea (e forse, proprio per questo, ancor più definitivi).
Gli autori soprattutto. Borges, Bolaňo, DeLillo. Tripartizione sacrale, riflesso di tripartizioni alla Dumézil, alla Guenon, alla Gurdjieff.
I film, istante infinito di relazioni narranti. Under fire, di Roger Spottiswode. Scorpio rising, di Kenneth Anger. Motorpsycho!, di Russ Meyer. Il seme della follia e La fin absolue du monde, di John Carpenter.
I libri, universo totalizzante, fine e principio di ogni cosa. 2666, Stella distante, Consigli di un discepolo di Jim Morrison a un fanatico di Joyce, di Roberto Bolaňo (il terzo con A.G. Porta). Ossa nel deserto, di Sergio González Rodríguez. Il pendolo di Foucault, di Umberto Eco. Hitler e il nazismo magico, di Giorgio Galli. Il mattino dei maghi, di Pauwels e Bergier. Prima delle nazioni. Popoli, etnie e regni fra Antichità e Medioevo, di Stefano Gasparri. Gli Adelphi della dissoluzione, di Maurizio Blondet. Storia dell’impero bizantino, di Georg Ostrogorski. Hollywood Babilonia, di Kenneth Anger. In viaggio con la zia, di Graham Greene. Il buon soldato, di Ford Madox Ford. Leviathan, di Julien Green. Great Jones Street e Running dog, di Don DeLillo. L’onorevole scolaro, di John Le Carré. Dissipatio H.G., di Guido Morselli. L’Aleph e Finzioni, di Jorge Luis Borges. Á rebours, di Joris Karl Huysmans. Z, La guerra dei narcos, di Diego Enrique Osorno. Riviste anni ’90, l’altro spazio della nuova narrativa, di Piersandro Pallavicini. Tutto il ferro della torre Eiffel e Fantasmagonia, di Michele Mari. cose (mai) dette: fuori orario di fuori orario, di Enrico Ghezzi.
Citazioni, rimandi, riflessi, influenze. Senza soluzione di continuità.
Angelo Ricci è scrittore e blogger. Per Errant Editions si occupa di esplorazione digitale, promozione web, consulenza, co-gestione social network, direzione del Criticism Project e della collana Social Media Landscapes. È inoltre co-fondatore e responsabile dell'area tematica sulle culture digitali di Errant Magazine.