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La politica della conciliazione: Capire la laicità in Italia. La forza di uno Stato dentro un altro Stato
Quante volte abbiamo cercato un testo che potesse descrivere tutti i percorsi che condussero ai Patti Lateranensi? Quanti studenti alle prese, ad esempio, con una tesi si sono persi nell'infinita ricerca di testi online sui rapporti tra Chiesa e Fascismo per poi ritrovarsi sommersi di libri in una biblioteca? Questo testo riassume gli avvenimenti più importanti e inoltre riporta una bibliografia completa sull'argomento, oltre ad essere un'opera davvero utile che unisce in un'unica pubblicazione informazioni, di solito disseminate in decine di testi, specifiche e curiosità interessanti.
I Patti del Laterano del 1929, anche se oggetto di revisione nel 1984, restano ancora oggi di particolare rilevanza. Nonostante le modifiche apportate successivamente, infatti, l’accordo avvenuto tra il capo del regime fascista Mussolini e Pio XI contrassegnò una svolta dell’ordinamento interno dello Stato italiano in materia di diritto civile ed ecclesiastico e aggiunse elementi che erano stati lentamente epurati attraverso la legislazione liberale nei decenni precedenti, a partire dall’Unità d’Italia. Per comprendere la portata dei Patti Lateranensi, non si può prescindere dall’osservare il cammino evolutivo dei protagonisti della vicenda, le idee, le ragioni, le necessità che formarono il composto che dette vita alla soluzione pattizia.
Attraverso l’analisi delle motivazioni che spinsero Mussolini nel cammino di «conversione» si comprendono le ragioni per le quali si giunse da parte del Fascismo ad accettare determinati punti di incontro; e attraverso le vicende che videro la Chiesa contrapposta allo Stato italiano liberale si possono spiegare le ragioni della scelta della Curia romana di accettare il compromesso con il regime fascista.
Per questa ragione il presente lavoro fonda le sue radici sullo studio delle personalità attorno le quali si svolse la vicenda concordataria e la convivenza che ne seguì, soprattutto durante il regime fascista, ed elencate inoltre le principali innovazioni dell’ordinamento in seguito all’applicazione dei dettami pattizi.
In appendice, sono riprodotti i testi del Trattato e del Concordato insieme con la Convenzione finanziaria e la piantina del territorio della Città del Vaticano.
I Patti del Laterano del 1929, anche se oggetto di revisione nel 1984, restano ancora oggi di particolare rilevanza. Nonostante le modifiche apportate successivamente, infatti, l’accordo avvenuto tra il capo del regime fascista Mussolini e Pio XI contrassegnò una svolta dell’ordinamento interno dello Stato italiano in materia di diritto civile ed ecclesiastico e aggiunse elementi che erano stati lentamente epurati attraverso la legislazione liberale nei decenni precedenti, a partire dall’Unità d’Italia. Per comprendere la portata dei Patti Lateranensi, non si può prescindere dall’osservare il cammino evolutivo dei protagonisti della vicenda, le idee, le ragioni, le necessità che formarono il composto che dette vita alla soluzione pattizia.
Attraverso l’analisi delle motivazioni che spinsero Mussolini nel cammino di «conversione» si comprendono le ragioni per le quali si giunse da parte del Fascismo ad accettare determinati punti di incontro; e attraverso le vicende che videro la Chiesa contrapposta allo Stato italiano liberale si possono spiegare le ragioni della scelta della Curia romana di accettare il compromesso con il regime fascista.
Per questa ragione il presente lavoro fonda le sue radici sullo studio delle personalità attorno le quali si svolse la vicenda concordataria e la convivenza che ne seguì, soprattutto durante il regime fascista, ed elencate inoltre le principali innovazioni dell’ordinamento in seguito all’applicazione dei dettami pattizi.
In appendice, sono riprodotti i testi del Trattato e del Concordato insieme con la Convenzione finanziaria e la piantina del territorio della Città del Vaticano.