Cosa succede se a un certo punto nel mondo viene scoperta la prova inconfutabile dell'esistenza di Dio? Se Dio smette di essere oggetto di immaginazione o di fede e diventa un fatto reale, concreto, certo? Se il bene e il male hanno una spiegazione logica, se il mistero dell'esistenza smette di essere un mistero? Succede che il mondo va sottosopra, crollano i miti e i valori su cui finora si è basata la società, si sgretolano le divisioni di classe e le gerarchie, svanisce quella beata incertezza grazie alla quale l'uomo, per natura conflittuale e aggressivo, ha sviluppato nei secoli un modus vivendi che gli consente di coabitare il pianeta con i suoi simili.
È lo scenario che si trovano ad affrontare cinque insigni teologi, da una parte illuminati, anzi folgorati, dall'evidenza della prova, dall'altra incerti se divulgarla al mondo scatenando una serie di destabilizzanti reazioni a catena. L'opportunità o meno della divulgazione della prova diventa il problema principale delle massime autorità politiche e religiose, timorose soprattutto di perdere i loro privilegi in un eventuale mondo nuovo votato al bene. Ed è uno scenario che Laurence Cossé affronta con ironia, immaginando le convulse iniziative messe in atto dal governo francese e dal Vaticano per occultare la prova: un balletto tra Roma e Parigi che diventa critica sferzante delle gerarchie della Chiesa.