Mohamed Bouazizi è un giovane tunisino senza lavoro e senza futuro, che campa stentatamente vendendo frutta e verdura per le strade desolate di Sidi Bouzid, una cittadina nel centro della Tunisia. Il 17 dicembre 2010 tre poliziotti lo fermano per controllare la licenza: è un metodo ben noto, vogliono soldi o merce per chiudere un occhio sul suo carretto abusivo. Quel giorno però finisce male: gli agenti lo minacciano, lo umiliano e, sordi alle proteste e alle preghiere, confiscano il carretto, malandato ma indispensabile strumento del suo povero commercio. Un'ora dopo Mohamed si dà fuoco davanti al palazzo del Governatorato e viene portato in ospedale in fin di vita. Ma quella fiamma che ha consumato la sua disperazione all'improvvoso accende la rivolta di altri ragazzi. In una manciata di giorni, le manifestazioni che denunciano la violenza della polizia si moltiplicano in tutto il Paese e il 4 gennaio 2011, quando Mohamed muore, la rivolta contro le ingiustizie sociali, le ruberie e i soprusi del regime di Ben Ali hanno ormai risvegliato l'attenzione dei media e dei governi occidentali. Oggi il gesto estremo di Mohamed è considerato la battuta d'avvio della Primavera araba, il movimento rivoluzionario che ha travolto le dittature in Tunisia, Egitto e Libia e innescato nel Nord Africa rivolgimenti politici ancora in corso. Ma che cosa c'era davvero dietro quella reazione esasperata? Habib Omri, un insegnante concittadino di Mohamed, ha ricostruito in questo libro la breve vita del ragazzo: le amicizie, i sogni, le sconfitte, gli sforzi generosi per garantire la sopravvivenza della sua famiglia. Una storia dolente e tenera, che è anche il ritratto di una generazione di nordafricani che solo da poco tempo ha potuto dare voce alla propria rabbia e alla propria speranza.