... non essendo un letterato di professione non potevo (né m'interessava, a dirla tutta) scrivere l'ennesimo saggio letterario sullo scrittore albese Beppe Fenoglio (Alba 1922 - Torino 1963), il cantore più autentico del mondo contadino langhigiano (La Malora; I racconti) e della Resistenza partigiana (I ventitrè giorni della città di Alba; Il Partigiano Johnny; Una questione privata). Da un singolare e atecnico punto di vista - il mio, quello di chi scrive e si diletta di pentole&stoviglie - ho tentato di ritrovare il senso riposto e profondo della poesia fenogliana pure in quella singolare consonanza tra il racconto del cibo e la temperie, la metrica, il tessuto della narrazione - intrisa ora di materia ora spiritata di lieviti - che attraversa le sue opere più note.
Le più di cinquanta ricette sono state raccolte in Alta e Bassa Langa dalla viva voce di cuochi e cuciniere di paese. I sapori de La Malora sono schietti e popolari, essenziali come quella prosa scarna e affascinante che così efficacemente rende la disperata visione della vita di un giovane servitore. I sapori dei romanzi partigiani sono più sfuggenti: in Bassa Langa, mi sono ispirato alla complessità dei suoi vini, alla versatilità dei suoi nebbioli; in particolare: eleganti e astati quelli di pronta beva, eterei e solenni nelle bottiglie lasciate alla maturazione..."
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