Un partito piccolo e giovane, con un capo carismatico. Sinistra ecologia libertà si è affermata grazie alla capacità di proporre candidati vincenti in importanti sfide elettorali (Pisapia a Milano, Zedda a Cagliari, Doria a Genova). Poi Nichi Vendola – il fondatore, il leader indiscusso – si è inserito tra i protagonisti delle primarie del centrosinistra in vista delle elezioni politiche del 2013. È possibile per la sinistra italiana superare, o quanto meno contenere, i conflitti che hanno minato la stabilità dei due governi guidati da Prodi? È da questa domanda decisiva che parte il libro, e la strada seguita per cercare una risposta consiste nel guardare il partito dal di dentro, individuando cioè i valori e la cultura politica dei suoi militanti più attivi e fedeli: i delegati nazionali. Gli attivisti di Sel sono messi a confronto con quelli del Partito democratico, dell’Italia dei valori e della Federazione della sinistra, in un quadro analitico che ricompone l’intero arco della politica italiana. Ne escono tracce evidenti di antiche fratture. Centrali nella proposta di Sel appaiono la tutela dei lavoratori, la difesa dei servizi pubblici e la ricerca di un modello alternativo a quello capitalistico: aspetti solo in parte condivisi dal centrosinistra, e comunque con intensità assai diverse. La cultura anticlericale e libertaria di Sel potrebbe inoltre minare la tenuta di un eventuale accordo di coalizione e mettere a dura prova la coesione interna del Pd. Piani irti di «principi non negoziabili», densi di profezie e di testi sacri, che non prevedono mediazioni agili e pragmatiche e non favoriscono facili convergenze nel breve periodo. Si può rintracciare, nonostante questi ostacoli, un programma politico comune? Può la sinistra sperare di raccogliersi attorno a un progetto condiviso, utile e costruttivo per il paese?