L'opera tarkovskjana e in particolare i suoi film - pervasi di simbolismi, visioni oniriche e caleidoscopiche sequenze - parlano ad ognuno di noi in modo diverso ed unico a seconda dei vissuti, stati d'animo o di quannto ognuno sia disposto a farsi toccare nella propria interiorità, o a seconda di quanto ci si lasci interpellare dalle continue domande che il regista pone sul senso della vita, sul bene e sul male, sul progresso o regresso dell'uomo. Il libro ha l'ardire di essere una libera caduta dentro il mondo di questo grande poeta del cinema che con la sua cinepresa racconta la verità. Una verità che è dentro le cose che egli descrive: nelle miserie dell'uomo così come nella sua grandezza spirituale; una verità che non è sempre a lieto fine e che spesso è soffocata sotto strati e strati di detriti, ma che comunque apre uno squarcio in quelle tenebre in cui l'uomo moderno vive, illuminando la realtà più profonda delle cose.