«Una benedizione per tutti...
e che vinca il San Lorenzo!»
Papa Francesco
Parlare della fede di un papa sembra scontato. Ma papa Francesco fin da subito ci ha proposto anche una sua fede alternativa, quella che anima la maggior parte dei suoi connazionali e che rappresenta un tratto distintivo degli argentini: il calcio. Il San Lorenzo de Almagro è un club che interseca la propria incredibile e pirotecnica storia a quella di un uomo che, prima e parallelamente a un cammino che lo ha portato a essere “eminenza” e addirittura “santità”, è stato ed è un tipico argentino, figlio di un quartiere di Buenos Aires e profondamente attaccato all’espressione sportiva di esso.
Nel viaggio attraverso l’epopea del San Lorenzo, che porta il nome di un santo, che è stato fondato da un prete, che ha vissuto onori e tragedie e che è diventato universalmente famoso grazie a un papa, ritroviamo una dimensione quasi dimenticata del calcio: quella di una storia vera capace di trasformare la quotidianità in leggenda, fatta di un susseguirsi di personaggi che vanno e che vengono lasciando sempre un segno, di una filosofia mantenuta decennio dopo decennio, difesa con ogni mezzo e sbandierata in ogni occasione. Il San Lorenzo, con le sue imprese e le sue cadute, ci ricorda come il calcio sia prima di tutto passione ed emozione, non quel business sempre più povero di valori che può apparire al giorno d’oggi. E ci può regalare una prospettiva in più per arrivare a comprendere una significativa parte della personalità e del cuore del primo “papa tifoso” della storia.
Stefano Borghi, pavese classe ’82, ama le squadre di calcio con una tradizione e una bella maglia, oltre che le chitarre ruvide e le cene di qualità. Di professione fa il telecronista: gli piace raccontare storie vere e prova a tirarle fuori dall’ordinario, guardando più al contenuto che all’involucro. Oggi lavora per Fox Sports e gli sembra un sogno, ma ha anche fatto parte per otto anni del progetto Sportitalia, occupandosi di calcio a trecentosessanta gradi, sia del vecchio sia del nuovo mondo. Ha commentato Barcellona-Real Madrid con un monumento sportivo come Fabio Capello, ma ha anche raccontato i superclasicos argentini, le focose rivalità sportive della provincia italiana e le affascinanti storie del calcio britannico. Non sa mai cosa farà domani, ma quello che fa oggi lo appassiona sempre. Altrimenti, non lo fa.