«Un film, steso sulla carta in attesa d’un produttore, con già pronti dialoghi, regista e primattore.
Dentro c’è tutto Gregoretti: la svagata eleganza, il garbo fra ilare e amaro».
Nello Ajello
Mio padre aveva regalato ai nonni un grande televisore a 21 pollici che venne collocato in un punto strategico della sala da pranzo, nel tripudio generale delle donne di casa. Da quel giorno, anzi da quella sera, nonno Ugo cambiò posto a tavola, sedendosi davanti al televisore ma di spalle, lui davanti e il televisore dietro, e non recitò più l’Eneide ma sprofondò in un cupo silenzio, mentre alle sue spalle Mike Bongiorno colloquiava con i concorrenti di Lascia o Raddoppia mandando in visibilio la nonna, zia Adelina e la domestica. Mike Bongiorno aveva espropriato il nonno per sempre e senza rimedio del suo antico privilegio di essere l’unico centro dell’attenzione conviviale. Una sera Nicoletta Orsomando annunciò dal piccolo schermo, con un sorriso che non dimenticherò mai, il mio primissimo programma giornalistico, intitolato Semaforo…
Nicoletta Orsomando: Va ora in onda Semaforo, un programma di Ugo Gregoretti.
Nonno Ugo, che non vedeva la tv ma era costretto ad ascoltarla, nel sentire il suo nome ebbe un sussulto violento, lasciò cadere una posata e domandò a mia nonna con accenti di autentica sofferenza:
Nonno Ugo: Maria! Qualcuno non penserà per caso che sia io?!
Lo rassicurammo: non sarebbe stato possibile che qualcuno lo pensasse. Ma lui non ne fu mai certo.