In “La terra di tutti” Vicente Blasco Ibáňez dà espressione alle molte facce che lo caratterizzavano: uomo politico, avventuriero, colonizzatore, grande letterato. Questo romanzo, del 1922, tira le somme di alcune delle esperienze più importanti della vita dell’autore, prime fra tutte i frequenti viaggi nell’America del Sud e i tentativi di colonizzarvi nuove terre e la grande passione letteraria che lo aveva accompagnato sin dagli anni della prima gioventù. Vi sono, infatti, nel romanzo due grandi filoni che si sviluppano lungo tutto il corso della narrazione. Da un lato si tratta della descrizione delle avventure e delle relative difficoltà a cui gli europei emigranti in Argentina andavano incontro trovandosi di fronte ai luoghi aridi e sterili della Patagonia; dall’altra il filone romanzesco in cui Ibáňez manifesta la propria passione per la letteratura, specialmente nella sua più elevata espressione, quella classica, con un esplicito rimando al mito di Troia. Elena, donna bella e fatale, seduce e conduce alla rovina gli uomini con cui viene a contatto, distruggendo tutto ciò che incontra sulla propria strada. E proprio Elena è uno dei personaggi principali del racconto; attorno a lei si sciolgono i fili della narrazione e orbitano gli altri personaggi del romanzo. Da Parigi, dove ha inizio la narrazione, al villaggio di La Presa in Patagonia, fra tradimenti, sotterfugi, inganni e vendette, sono molti i personaggi che Elena incontra sul proprio cammino. Tutti, in modo più o meno marcato, subiscono le conseguenze devastanti dell’incontro con il leggendario, temibile Gualicho, il diavolo della Pampa, con cui la donna viene infine identificata. Ed è di nuovo a Parigi che l’equilibrio può essere ristabilito. Elena, fuggita da La Presa per tornare in quella città, perché ormai sola e odiata da tutti, è diventata una prostituta avvizzita dalla miseria e dalla vecchiaia, mentre i pochi personaggi sopravvissuti alla forza distruttiva della donna possono godere dei frutti della missione colonizzatrice in Argentina, avvenuta con successo. Di “La terra di tutti” fu fatta nel 1926 una trasposizione cinematografica con Greta Garbo. The Temptress (la tentatrice) come reso evidente già dal titolo, è interamente centrato sulla figura di Elena; sfruttando il potere ideologico del cinema del tempo la pellicola svela in particolar modo la potenzialità del messaggio morale e la capacità melodrammatica di Ibáňez, aspetti che, unitamente alla marcata virtuosità descrittiva che l’autore aveva riversato nel proprio romanzo, ne sancirono il successo.