Questa collana raccoglie, opportunamente riscritte e depurate degli aspetti più 'scolastici', le migliori tesi del dottorato di Recupero, valorizzazione e tutela nei contesti insediativi e territoriali di elevato valore ambientale e paesistico (Facoltà di Ingegneria dell'Aquila). La multidisciplinarità composita in cui è articolato il Collegio dei docenti ha prodotto, finora, filoni sicuramente troppo eterogenei, che è assai difficile tenere insieme. Ma una progressiva riflessione ha lentamente condotto ad affinare i temi e la possibilità di integrazione fra i docenti e le discipline presenti, convergendo verso ambiti più nettamente caratterizzati dai centri storiciminori e dal paesaggio/territorio. Non c'è dubbio che la recente, traumatica esperienza del terremoto del 6 Aprile, orienterà ulteriormente le tematiche di ricerca verso scienza, tecnica, storia, recupero del "ben costruire", così necessario nella attuale situazione della città dell'Aquila e dei centri nell'area colpita dal sisma, dove sono tuttora irrisolti i problemi della sopravvivenza stessa e della rinascita urbana di un intero territorio. Il senso contestuale di un nuovo intervento costituisce un campo di riflessione e sperimentazione preciso nello sviluppo dell'architettura dal secondo dopoguerra ad oggi. L'attualità della questione sta nel fatto che negli ultimi anni si è verificata un'estesa utilizzazione di quei linguaggi del moderno (spesso dissonanti con i contesti) e, contemporaneamente si è alquanto dilatata la concezione inclusiva, contestuale dell'architettura. In particolare la "storia" e la "città" hanno attenuato il peso determinante che decenni addietro mantenevano nel sapere progettuale: "l'astrattezza" dei linguaggi contemporanei, le assume piuttosto come terreni di problematico confronto. Questo modo di sentire la complessità contestuale imposta delle strategie progettuali che coinvolgono tutto l'organismo architettonico e che in particolare trovano u'articolazione fondamentale nel rapporto interno-esterno. Sul tema, abbondanti studi hanno recentemente esaminato i nuovi orizzonti tecnologici dell'involucro: l'involucro come vetrate complesse, come maschera, come pelle, come schermo. In questo studio di Giovanna Grella il proposito è più esaustivo vedendo in un "pacchetto" complesso il convergere o lo sfumarsi dell'impianto interno e di quello esterno: una problematica non solo linguistico-tecnologica, ma anche: spaziale, tipologica, funzionale, inquadrabile con una sua specificità nella cultura del progetto contemporaneo. (Sergio Rotondi)
Giovanna Grella, ingegnere, è stata assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Architettura e Urbanistica dell'Università dell'Aquila, dove collabora con il prof. Sergio Rotondi. Lavora nello Studio Transit di Roma.
Prefazione di Sergio Rotondi e postfazione di Giovanni Ascarelli.