La vedova scaltra ha un certo valore storico in quanto rappresenta il punto di passaggio tra la commedia dell'arte, basata sull'improvvisazione, e la commedia di carattere. È la terza commedia di carattere, dopo La donna di garbo del 1743, e L'uomo prudente di poco successivo, ed è la commedia con la quale si affermò la riforma del teatro goldoniano. Al suo apparire diede origine a violente polemiche: l'abate Chiari ne scrisse una parodia (La scuola delle vedove), alla quale Goldoni risponderà con un altro scritto, accendendo la diatriba con il rivale al punto che se ne interessarono anche i potenti di Venezia, e fu nuovamente istituita la censura teatrale.