"Se dovessi cercare un paragone fra ciò che ho scritto e quanto conosco di altri autori, direi che quel che segue assomiglia nella forma a qualcosa fra l'autobiografia di Jung (Sogni, ricordi, riflessioni), lo Zibaldone di Leopardi (che non ho potuto far a meno di citare spesso), la tragicità alle volte sarcastica di Cioran – con inoltre un incredibile parallelo con la storia che ho letto nel romanzo Oblomov di Gončarov. O meglio, traspare una somiglianza. Ho cercato a volte di superare tutto con uno sguardo più sereno, che non pretende però di avere l'ultima parola. E anzi: quello sguardo si rende bene conto che non ha né più né meno diritto di parola della sua ombra." (Dalla prefazione)