Il cardinal Scola, nel Discorso alla città della vigilia di sant’Ambrogio 2014, lanciava un appello affinchè Milano ritrovasse la sua anima. Il sindaco, Giuliano Pisapia, rispondeva ricordando che Milano un’anima ce l’ha già, deve solo farla conoscere meglio.
Prendendo spunto da queste affermazioni e riprendendo la feconda dialettica che a Milano ha sempre caratterizzato il rapporto tra autorità civili e religiose, il libro intende ricostruire la storia di Milano dall’unità d’Italia ad oggi tentando di individuare, attraverso le figure dei sindaci e degli arcivescovi che hanno guidato la comunità ambrosiana, le diverse sfaccettature di un’anima che silenziosamente e misteriosamente accompagna la vita dei milanesi.
Più che una ricostruzione storica vera e propria è un rapido viaggio che tenta di individuare il contributo originale che ciascuno dei protagonisti di 150 anni di storia milanese ha offerto alla costruzione della città per come oggi noi la conosciamo.
Ma un’indagine sull’anima di Milano non può fermarsi a registrare il passato. Ogni corpo vivente, e la città dal punto di vista sociale non può fare eccezione, se perde l’anima è destinato a deperire e a inaridire. Da qui il tentativo di individuare dei possibili percorsi per la Milano che verrà. Una città aperta al mondo, al centro di flussi globali, come Expo ha dimostrato con plastica efficacia, ma sempre alle prese con il rischio di chiusure e paure legittimamente fondate sul confronto con un mondo che cambia più in fretta di quanto vorremmo.
Acqua, cibo, bellezza, Europa, economia della condivisione sono temi che si rincorrono sullo sfondo di uno stile ambrosiano che raccoglie l’eredità di personaggi che hanno fatto grande Milano, come Leonardo, Verdi o, più di recente i grandi interpreti del design o della moda.
Milano, in modo forse inconsapevole, cambia e fa cambiare coloro che la vivono più di quanto si immagini. E’ una città che non ha mai sentito il bisogno di padri fondatori o di eroi, preferisce la concretezza di chi costruisce il futuro a partire dal rigore e dall’impegno quotidiano.
Una rilettura della storia recente e del presente di Milano che, inevitabilmente, si apre al dibattito sul suo futuro che propone subito appuntamenti importanti e delicati, dal dopo Expo alle elezioni del 2016.