Elvio Fachinelli (1928-1989), psicoanalista fuori da ogni confine di scuola, intellettuale al centro della cultura e della politica dei “formidabili Sessanta e Settanta”, sperimentatore impegnato nel dialogo e nell’azione ai margini della città, indagatore degli eccessi e dei mancamenti della mente, ci consegna un’eredità ancora da coltivare.
Le sue analisi sulla modificazione dei confini tra individuo e società, natura e cultura, inconscio e coscienza sono pensiero per l’oggi e per il domani proprio per l’originalità di una ricerca che ha contrapposto fin dall’inizio “prospettive impensate” alla “tragica necessità del dualismo”. Convinto che l’“insubordinazione”, la “rottura pratica delle regole imposte” fosse “il cuore di ogni politica”, Fachinelli non poteva ignorare gli effetti rovinosi della dialettica che ha spinto gran parte della specie a ricorrere a dicotomie astratte e a mantenerle in vita una volta esaurito il loro valore simbolico. La scoperta dei “nessi” che ci sono sempre stati tra un polo e l’altro – la sostanziale inscindibilità del soggetto umano – delinea, fin dagli anni Sessanta, quello che sarà il percorso inconfondibile della sua avventura teorica e pratica, le nuove strade che veniva proponendo contemporaneamente alla psicoanalisi e all’agire politico.
Saggi di Ambrogio Cozzi, Fabio Fiorelli, Manuela Fraire, Nicole Janigro, Romano Màdera, Lea Melandri, Antonio Prete, Antonello Sciacchitano. Con una nota bibliografica riassuntiva di tutti gli scritti di Elvio Fachinelli.