Vittoriana Abate per la prima volta raccoglie le confidenze del Capitano, lascia che finalmente possa lui stesso raccontare, e raccontarsi, in questo memoriale. Per spiegare non solo la vita passata, ma anche e soprattutto la sua verità, i suoi stati d’animo, quello che lo ha spinto ad agire in un modo che pare non avere assoluzioni, per spiegare quindi, un tempo che, seppur così breve, una manciata di secondi appena, è il suo calvario ormai da 3 anni e mezzo. La giornalista di Raiuno ha svolto un lavoro scrupoloso di attenta lettura degli atti processuali, cercando di riannodare le fila di questa tragica storia, attraverso le testimonianze. La Abate ha scandagliato secondo per secondo la scatola nera, le intercettazioni e le telefonate. Ha cercato documenti inediti, trascurati prima, dimenticati poi, nelle ricostruzioni giornalistiche e talvolta anche processuali. Un’inchiesta minuziosa e puntuale che ha portato alla luce aspetti della vicenda a molti sconosciuti.
Nei confronti del Comandante Schettino si sta celebrando anche un processo mediatico senza precedenti. Le risultanze processuali, invece, molto spesso non hanno trovato riscontro nelle ricostruzioni giornalistiche. Tra i reati di cui è accusato Francesco Schettino, quello infamante dell’abbandono nave ha generato nella pubblica opinione l’errata convinzione di un capitano codardo. Questa costruzione mediatica ha fatto il giro del mondo; ma com’è stato rilevato in seguito a tante testimonianze, Francesco Schettino non ha abbandonato la nave. Manovrando l’ultima lancia piena di passeggeri e personale di bordo ed allontanandola dalla stessa nave, ne ha scongiurato l’inevitabile affondamento, provocato dal progressivo abbattimento della nave sulla stessa lancia, con il conseguente pericolo di vita di tutte le persone a bordo. Ecco perché è giusto affermare che è molto complessa l’attività di assistenza e difesa aventi ad oggetto interpretazioni mediatiche della tragedia della Concordia non rispondenti ai criteri di verità e continenza della notizia e, di là dai profili di responsabilità imputabili, è obbligatorio sottolineare con forza che il Comandante Schettino ha subìto un attacco violento alla sua persona ed è stato senz’altro vittima di un accanimento mediatico, che si è spinto ben oltre tutte le risultanze obiettive. La sua privacy è stata costantemente violata e nei suoi confronti è stato profanato il principio di non colpevolezza sancito dalla Carta Costituzionale. Il naufragio della Concordia è stato un incidente marittimo. “Aggettivi come ‘criminale’ non hanno nulla a che fare con questa vicenda, né con la gestione dello scenario creatosi a seguito di un incidente dove l’obiettivo primario è stato quello di salvaguardare ogni vita umana e nient’altro”. Condivido queste dichiarazioni di Francesco Schettino, contenute in uno dei comunicati da lui diffusi, riferendosi alle parole utilizzate dal procuratore capo di Grosseto, Francesco Verusio. Tutte le ricostruzioni hanno dimostrato che se il Comandante non avesse governato in quel modo l’emergenza, la Concordia sarebbe inabissata di poppa dopo le ore 23.00 di quella maledetta notte. Una notte fredda e senza luna che avrebbe inghiottito nel buio migliaia di persone. La notte della Concordia. Un racconto mai sentito prima, che si snoda attraverso l’inchiesta giornalistica di Vittoriana Abate, che ripercorre tutti i momenti di questa vicenda. Dall’impostazione della rotta, ai 13 secondi fatali. Dall’urto, all’abbattimento della nave, alla gestione dell’emergenza. Flash back continui tra passato e presente. Un rewind dettagliato da foto e documenti inediti. Le verità che tornano a galla.