Si è tornato a parlare di loro. La crisi, la ricerca delle cause del terremoto che ha fatto cadere in recessione l’Europa, hanno riportato sotto i riflettori le politiche liberiste di Ronald Reagan e Margaret Thatcher.
Dieci anni sono trascorsi dalla scomparsa del Presidente degli Stati Uniti arrivato da Hollywood, un anno da quella del primo premier donna del Regno Unito, che hanno condiviso l’intensa epoca dell’ultimo tratto del secolo scorso, con la caduta del muro di Berlino, la sconfitta del socialismo reale e l’affermazione del capitalismo liberista.
Due figure che – ne sono convinti sia gli estimatori sia i detrattori – hanno lasciato un segno nella Storia e che sono state quasi sempre accostate in virtù del loro approccio antistatalista all’economia, della lotta al comunismo e del rapporto personale di amicizia alimentato dalle loro stesse affermazioni. “Siamo due anime gemelle”, scherzava Reagan. “Ci paragonano ad Astaire e Rogers”, rifletteva lei.
Ma al di là di tali battute e delle ricostruzioni un po’ retoriche che li hanno rappresentati come una coppia indissolubile nella politica e nell’economia, le differenze sono state più d’una e meritano di essere messe in evidenza per un’analisi storica della loro eredità, tuttora viva e oggetto di contrastanti giudizi: per alcuni i campioni del liberismo da imitare anche oggi, per altri la causa prima alle origini della crisi finanziaria.
Per dare a chi legge la possibilità di comprendere meglio i due personaggi e tirare le conclusioni sugli interrogativi ancora aperti sul loro lascito storico, questo libro raccoglie e accosta alcuni dei passi più significativi dei loro interventi – discorsi, interviste,
libri – sui punti salienti del loro percorso, che si intreccia con il periodo storico che hanno condiviso e contribuito a forgiare.
Due icone, tra le figure più rilevanti del XX secolo, in un ritratto vivido e senza filtri, che rifugge da interpretazioni di comodo e falsi moralismi.