Due storie, quella di un giovane ricercatore di Fisica della Pisa di fine secondo millennio e di un gatto apparentemente separate, ma in realtà strettamente intrecciate fino a sovrapporsi e a fondersi, si snodano in un romanzo denso di riflessioni e sentimenti, di sogni e delusioni, di propositi e fallimenti, di analisi spietate, il tutto sorretto da una robusta ironia. Il protagonista appare come una persona viva, reale, in cui tanti lettori possono riconoscersi. Il giovane, assillato da topi, esperto di tecniche di cattura, nutre velleità letterarie, ma dà alle fiamme il suo romanzo così finisce per identificarsi con Bulgakov, e persino con il Maestro. Non a caso ha un'amante di nome Margherita. Il racconto, avvincente, procede in modo lineare (con alcuni opportuni flashback che arricchiscono il quadro) come in una sceneggiatura cinematografica, per segmenti in sé compiuti, sintetici e illuminanti, grazie anche a un linguaggio asciutto, adattato alla varietà degli ambienti, delle situazioni e delle peculiarità psicologiche.