«Mi manchi tanto. Mi piacevi perché te ne sei sempre fregato. Delle convenzioni, intendo, di quello che la gente si aspettava da te.» Nico è un quindicenne sveglio e schietto che ha perso il padre troppo presto, quando ancora deve fare i conti con tante cose della vita. È il giorno della veglia e sta disertando il consesso di parenti e amici radunati attorno alla bara: chiuso in camera, scrive una lettera a papà. Con lui, che aveva scelto di lasciare il posto fisso per aprire un negozio di surf, aveva un’intesa speciale, fatta di momenti semplici e di conversazioni autentiche. Un rapporto così diverso da quello che ha con la mamma e il nuovo compagno che proprio non riesce ad accettare. E anche se ora non si vedranno più anche se sono finite la pesca e le partite con la Playstation, le confidenze e le sere in campeggio, glielo vuole dire. Che lui sarà forte e ce la farà. Però che brutto scherzo, papà. Una confessione ruvida ed emozionante, ingenua e matura come l’adolescenza. Una originale riflessione su una verità speciale, quella del rapporto tra padre e figlio, che mostra come anche attraverso la perdita, anche attraverso la sofferenza, ciascuno diventa ciò che è.