Scrivere una lettera al padre, o alla madre, è un gesto che molti compiono ancora oggi. Ma se a farlo è Franz Kafka, il risultato raggiunge vette letterarie ed emotive. Nel giro di poche pagine riemergono ricordi d’infanzia e brandelli di esperienza: si analizzano i comportamenti, i rimproveri, il rancore per un padre apparentemente incapace di esprimere tenerezza. Consapevole di non essere mai stato all’altezza delle aspettative paterne, Franz accusa Hermann di aver distrutto, con il sottile strumento dell’ironia, un’autostima ancora in formazione: dietro le parole attentamente studiate si avverte un sordo risentimento mai sopito.
Franz Kafka traccia un bilancio della propria esistenza, acutamente consapevole dell’influenza paterna, mentre Giulio Schiavoni, nella chiara introduzione, segna i confini obiettivi della vita di uno degli scrittori più noti al mondo.