Walt Disney creatore del mondo dei cartoni con Topolino e Paperino, è stato un uomo insicuro, affetto da comportamenti fobici e manie ossessive, che spesso piombava in uno stato di depressione e affogava la paura nell'alcol. Questo saggio per la prima volta mette in risalto uno degli aspetti meno conosciuti della complessa personalità del "re di cartoonia", la sua ideologia politica, anche attraverso l'analisi di alcuni film e dei relativi protagonisti. Negli anni, da destra e da sinistra, sono piovuti plausi e critiche, volti gli uni ad elogiarlo oltre ogni reale merito, le altre ad evidenziare gli aspetti negativi del suo operato. Il peso ideologico di Disney è stato fortissimo, giacché a lungo nella coscienza dello spettatore comune egli venne accettato quale unico modello possibile di cinema d'animazione, come se disegno animato e disegno animato disneyano fossero un'unica cosa. D'altronde fu lo stesso Disney non solo ad accettare ma a corroborare quest'idea, descrivendo e teorizzando il cartoon come se non esistessero o potessero esistere altre forme oltre a quelle da lui modellate.