L’idiota e la lettera è un piccolo libro su un testo sterminato: L’idiota della famiglia, monumentale biografia di Gustave Flaubert, quasi un testamento filosofico per il suo autore, Jean-Paul Sartre. I temi e le ossessioni sono quelle intorno a cui Sartre lavora per tutta una vita. La nascita di un bambino “male amato”. L’esilio come materia di un’esistenza. La posizione del moribondo eletta a forma di vita. La voce come medium ipnotico, la parola come rivelazione del mondo, il linguaggio come luogo comune e spazio politico originario. L’esercizio letterario come sabotaggio del fascismo strutturale del linguaggio nell’epoca della sua riproducibilità tecnica. E ancora, il nesso tra il corpo e lo sguardo dell’altro, tra vergogna e vocazione comica, tra riso e violenza, masochismo e crudeltà. Infine, la parabola della borghesia francese ottocentesca, del suo capitalismo diviso tra utilitarismo razionalista e fantasmagoria cesarista. Tra razionalizzazione dello scambio simbolico e fascinazione per ciò che nello scambio resta indicibile, irriducibile, mostruoso.
Federico Leoni (Novara 1974) ha svolto attività di ricerca presso il Dipartimento di Filosofia dell’Università Statale di Milano e lavora attualmente per Giangiacomo Feltrinelli Editore. Insegna all’IRPA (Istituto di ricerca per la psicoanalisi applicata) di Milano. Scrive su riviste italiane e straniere e ha pubblicato tra l’altro Habeas corpus. Sei genealogie del corpo occidentale (Milano 2008), Franco Basaglia. Un laboratorio italiano (Milano 2011), Descartes. Una teologia della tecnologia (Milano 2013).