Lo scientific management formalizzato da Taylor disegna un’organizzazione in cui il potere scende dall’alto, le strategie sono defi nite da un vertice ristretto, gli obiettivi assegnati e non scelti, con un sistema di comando e controllo in cui sono i senior executives ad allocare le risorse. Prima del web era diffi cile immaginare alternative a questa ortodossia manageriale, ma Internet ha determinato l’esplosione di nuove forme di vita organizzativa, in cui il coordinamento si ottiene senza centralizzazione, il potere sta nelle capacità e non nei ruoli, la conoscenza condivisa trionfa sull’autoritarismo. Le comunità spontanee intorno a specifi ci interessi aumentano le opportunità di innovazione e le performance sono valutate dai pari. La crescente disponibilità di social software (anche gratuiti) e la massiccia introduzione sul mercato di piattaforme collaborative da parte di tutti i grandi player dell’ICT rendono oggi realizzabile questa nuova visione. La social organization, intesa come un modo nuovo di fare impresa che consente a un vasto numero di persone di lavorare collettivamente – valorizzando le singole riserve di competenza, talento, creatività ed energia –, può diventare realtà. Il libro fornisce una guida strategica per affrontare il cambiamento derivante dall’utilizzo dei social media e dai processi di collaborazione emergenti dal basso: una sfi da culturale, organizzativa, strategica prima che tecnologica, che coinvolge CEO, direttori HR e ICT manager e via via tutti coloro che – con livelli di responsabilità diversi – si muovono dentro e fuori le organizzazioni. Accompagnato dalle testimonianze di top manager italiani appartenenti a diversi settori di business, il volume descrive le varie fasi della trasformazione organizzativa a livello strategico e spiega come la funzione HR debba evolvere per gestire e sviluppare il lavoro collaborativo, costruendo nuovi comportamenti, nuove competenze, nuovi stili di leadership.