Il metodo pneumofonico di Serge Wilfart si fonda sull’esperienza, vincolata alla pratica in costante evoluzione del Respiro e della Voce, con le sue molteplici ripercussioni sul corpo, sulle emozioni, sulla psiche e sull’intelletto. Il canto è un’ascesa vivificante che mette in gioco tutto l’Essere: la sua verticalità, attraverso l’equilibrio delle catene muscolari, la griglia delle tensioni che inquadra il suo schema corporale e affettivo, il sistema di referenze etiche ed estetiche, le aspirazioni più intime che animano la sua esistenza. Cercare, accettare, stimolare senza sosta una riarmonizzazione del corpo, del suo comportamento statico, motorio e mentale per restituire al “cantore” quella massa energetica che gonfiava il suo ventre da bambino, ma che le aggressioni emotive, l’apprendimento della parola, l’esperienza del camminare e gli ammaestramenti scolastici hanno indebolito e censurato. L’adulto affetto da una cattiva postura verticale assomiglia a una clessidra bloccata: la sabbia ristagna nell’ampolla superiore emozionale e mentale, lo stretto passaggio è ingombro, ci vuole un respiro potente per sbloccare l’ingorgo, un suono (un grido violento?) di ampia vibrazione che scuota tutta la struttura per far scorrere di nuovo la sabbia. Il lavoro pneumofonico permette all’alunno di scoprire una potenzialità all’iniziazione, una disponibilità a un viaggio interiore nella materia. Iniziazione e non cultura iniziatica: deriva dal corpo, passa attraverso lo stile di vita e trasforma la personalità, non dalla mente, che passa attraverso i libri e dilata l’ego. Bisogna edificare una nuova struttura là dove ha sede uno strumento corporale che deve essere riadattato e reinstallato, “reintegrato nel suo compito” in modo che ogni atto della sua vita divenga canto.