L’angolo prospettico dal quale l’autore ha voluto osservare Gaber è quello ormai ampiamente utilizzato e sperimentato in psicologia: conoscere gli aspetti psicologici di un autore attraverso le sue opere, in quanto, in ogni opera prodotta, l’uomo, inevitabilmente, è portato a proiettare in essa parti di sé.
In questo lavoro, che si legge in modo scorrevole e piacevole, in quanto il tecnicismo lessicale è poco presente, l’autore ha voluto analizzare e mettere in evidenza anche le assonanze e le disarmonie tra l’opera gaberiana e altri universi del sapere e delle arti.
Cosicché risulta interessante scoprire altri autori delle diverse arti espressive messi a confronto con Gaber. Una sorta di “gioco” psicologico, dal quale emergono contenuti più o meno coscienti e vissuti inconsci.
L’autore, senza tralasciare gli uni o gli altri, senza far prevalere l’interesse su una delle due condizioni psicologiche, posa la sua attenzione sui testi gaberiani con l’intento di analizzare aspetti riguardanti Gaber e i contenuti concettuali proposti nelle sue rappresentazioni teatrali.