Nadia Gallico Spano (Tunisi, 2 giugno 1916 – Roma, 19 gennaio 2006) una delle 21 deputate elette in Italia all’Assemblea Costituente il 2 giugno 1946.
• Alla vigilia della seconda guerra mondiale la giovanissima Nadia Gallico, (appartenente ad una famiglia ebrea antifascista, residente a Tunisi dalla seconda metà dell’Ottocento) sposa il rivoluzionario di professione Velio Spano, ricercato dalle polizie di tutta Europa, esule sardo, originario del centro minerario di Guspini, circondato dal mito di eroe imprendibile. Italiani e francesi, ebrei e musulmani, comunisti e gollisti, suore e liberi pensatori compongono la Tunisi multietnica nella quale Nadia e Velio iniziano la loro vita in comune, che non si arrende all’avanzata del nazismo, e trova nella solidarietà della famiglia Gallico, offerta a tutti i perseguitati politici, un rifugio sicuro.
• Napoli liberata, città dai mille volti della sofferenza umana, laboratorio politico dell’Italia democratica, è la tappa iniziale della nuova vita. Il referendum istituzionale e le elezioni per l’Assemblea Costituente sono la prima grande prova politica per le donne italiane: il 2 giugno del 1946, al compimento dei trent’anni, Nadia viene eletta deputato nelle liste del partito comunista. La famiglia e la politica saranno i suoi impegni totali.
• Inviata dal partito a fondare in Sardegna le strutture femminili, percorrerà, paese per paese, un’isola famosa per il suo arcaismo, il cui paesaggio sembra una continuazione di quello tunisino. Le tappe fisse sono Cagliari dalla bianca spiaggia del Poetto, Guspini luogo degli antichi affetti e Carbonia la città delle miniere occupate per mesi dagli operai.
• Nadia deputato e Velio senatore si incontrano, allevano ed educano le loro tre figlie, tra un aereo e l’altro, tra una riunione politica e un comizio, tra un’occupazione delle terre e il viaggio in Cina per la proclamazione della Repubblica popolare. I ricordi di Nadia sono venati da una sottile ironia e dalla forza straordinaria delle solidarietà femminili nel difendere la famiglia costruendo una società più aperta e più giusta.
(Mabrúk, in Tunisia significa benedetto, come segno di augurio per occasioni liete).