Una biografia politico-intellettuale di Machiavelli, che non trascura gli eventi salienti della vita privata che meglio ne mettono in luce la figura. Ma l’attenzione si concentra sul suo pensiero politico. Le sue pagine sin dall’inizio sono state spesso giudicate scandalose e nel corso dei secoli ne sono derivate addirittura due correnti politiche: machiavellismo e antimachiavellismo. Machiavelli desta interesse soprattutto nei periodi più drammatici e decisivi della storia europea moderna: dalle guerre di religione alla formazione dello Stato moderno, alla crisi rivoluzionaria e post-rivoluzionaria, al Risorgimento fino al tragico Novecento fra il ’14 e il ’45. Ancora oggi la lettura di Machiavelli non lascia indifferenti, perché la sua intelligenza ha rischiarato aspetti inediti della politica con i quali bisogna sempre fare i conti. La sua idea della politica è una ellissi fra conflitto (sociale, civile, politico, antropologico) e unità (religione come etica civile, armi proprie, leggi). Un polo non può stare senza l’altro: se prevale il conflitto c’è corruzione faziosa; se predomina la sola unità la politica perde la sua energia di sviluppo e di crescita e ristagna in una situazione propizia alla degenerazione. La politica machiavelliana è ricerca di un bene comune, che sia espresso in leggi, non a beneficio della singola parte, ma della res publica. Purché questo si avveri Machiavelli non si ritrae davanti alle ipotesi anche più drammatiche e rischiose, come il principato.