Il Mediterraneo con la sua millenaria avventura e le sue infinite sventure, le sue brezze e i suoi vizi, le sue lingue e i suoi malintesi, i suoi amori e le sue guerre, il suo incredibile patrimonio culturale, la nostra antica infanzia, il nostro futuro imperscrutabile...
Circondata da questo mare che è il nostro destino, con la penisola iberica a un lato, quella italica all’altro, la costa africana al sud, c’è Majorca, un’isola piccola ma non molto piccola, un’isola grande ma non molto grande, acqua e sabbia, roccia e alberi, colline fertili e monti scoscesi, un universo in miniatura, una perla. Fu l’approdo perfetto per le prime rotte che audacemente si staccavano dalla costa, l’oggetto dei desideri per l’invasore in cerca di preda e il ritorno agognato da chi partiva a depredare, luogo ideale per chi, immobile, volesse il mare come difesa e per chi, inquieto, lo volesse come avventura. Come stupirsi, se Majorca è divenuta una attrazione invicibile per quegli strani animali affamati proprio d’avventura - magari altrui, da correre con grande piacere e poco rischio - che sono gli scrittori?
E infatti sono venuti qui a frotte da tutto il mondo, uomini e donne - da George Sand a Jorge Luís Borges, da Robert Graves a Agatha Christie, da D.H.Lawrence a Albert Camus, e tanti tanti altri - in cerca di bellezza e di tranquillità per nutrire la loro ispirazione, per scrivere un libro o anche un solo verso, per vivere da felici eremiti o per mescolarsi felicemente ai loro colleghi isolani, per una breve frivola vacanza o per dare un senso a tutta la loro esistenza...