Scritto nel 1881, come parte del più ampio progetto di una storia delle origini
del Cristianesimo, il racconto della vita di Marco Aurelio assume le
forme di una profonda riflessione sui concetti di giustizia e tolleranza e del
loro rapporto con lo sviluppo politico e sociale dell’uomo. La Roma imperiale
riproduce quella tensione tra il pensiero filosofico e l’idea religiosa, il
tema a cui Ernest Renan ha dedicato gran parte dei suoi studi. Marco
Aurelio, fedele alle tradizioni della società romana, non fermò la persecuzione
dei cristiani, di cui mal tollerava la spiritualità astratta e irrazionale.
Tuttavia fu un «mite persecutore», che non riuscì ad arrestare lo sviluppo ormai incontenibile della nuova religione e dell’istituzione che la sosteneva.
Unendo la ricerca storica a profonde considerazioni di carattere filosofico
e teologico, Renan descrive con grande chiarezza l’evoluzione parallela di
Impero e Chiesa, in una rivalità costante e inconciliabile, che non riesce a
trovare una composizione pacifica.