Questo libro affronta una questione di grande attualità nell’ambito della discussione sul design: il nesso fra i materiali e il meccanismo di innovazione del prodotto. In questa fase dello sviluppo, in cui aumentano straordinariamente le potenzialità di materiali e processi, il libro vuole fornire un contributo alla comprensione dei “perché” dell’innovazione. L’attenzione prevalente si rivolge all’attività progettuale, alla capacità di usare la tecnica, non semplicemente quale strumento di persuasione commerciale, ma come strategia per realizzare innovazioni in grado di contribuire al benessere collettivo. Il lavoro prende in esame l’evoluzione morfologica e tipologica degli artefatti, rapportandola ai diversi modi di percepire cognitivamente il reale. La lettura storica del rapporto fra disponibilità di materiali e industrial design muove dalla rivoluzione industriale, fino a giungere alle grandi trasformazioni tecnologiche dell’epoca contemporanea. L’analisi si dipana in un quadro concettuale di carattere evolutivo, sistemico e multidimensionale, adottando il “paradigma tecnologico-materico” come quadro essenziale di riferimento. La riflessione travalica il semplice esame delle “proprietà” dei differenti materiali (lignei, ferrosi, plastici, compositi e nanotecnologici), per cogliere le possibilità e le funzioni che essi esplicano in un più ampio scenario energetico, tecnologico, produttivo e quindi sociale. L’autrice sottolinea le molteplici opportunità fornite dall’invenzione dei diversi materiali, ma evidenzia anche i problemi e gli squilibri, che il progetto non può e non deve eludere.