Leghista, giovane e senza alcuna esperienza di governo, ma cresciuto alla scuola di Umberto Bossi, Matteo Salvini ha in testa un grande progetto politico: ricostruire il centrodestra del dopo Berlusconi a immagine della sua nuova Lega rinata dalle ceneri come l’araba fenice. Non più partito del Nord, ma forza nazional-popolare di un’Italia unita dalle incertezze per il futuro, come in Francia il Front National dell’alleata Marine Le Pen. Contro l’UE, contro l’euro, contro l’immigrazione incontrollata, contro l’eccesso di tasse. Abile comunicatore, le parole d’ordine radicali di Salvini suscitano paura non solo negli avversari, che lo accusano di razzismo e populismo, ma anche i potenziali alleati diffidano di una proposta che ammicca agli ambienti della destra estrema. Eppure i sondaggi di popolarità lo hanno finora premiato. Salvini, che in gioventù è stato il comunista della Lega, nella fiducia degli italiani è solo secondo a Matteo Renzi. Che vorrebbe sfidare, se non deciderà di candidarsi a sindaco della sua Milano.
Raccontare come e quando Salvini è diventato Salvini – l’eterno oppositore che ha scoperto la vocazione da leader con la passione per il Milan e la Russia di Putin – è l’obiettivo di questo saggio. Oltre a un’intervista con Salvini, sono state raccolte testimonianze dirette di politici come Gabriele Albertini, Mario Borghezio e Roberto Formigoni; di conduttori come Corrado Formigli e Claudio Sabelli Fioretti; di intellettuali come Marco Belpoliti, Pietrangelo Buttafuoco, Giulietto Chiesa e Giovanna Cosenza.