È un curioso destino quello che accompagna Maurice Halbwachs. In Francia e Germania è considerato un classico; altrove, Italia compresa, è derubricato ad epigono di Durkheim del quale, a ben vedere, non fu neppure allievo diretto. Autore austero e dai mille interessi, da noi Halbwachs è noto soprattutto (e a buona ragione) per i suoi pioneristici lavori sulla memoria collettiva benché spaziare in molti campi della realtà sociale costituisse per lui una sorta di impegno morale e – direi – politico. Halbwachs è un autore che dalla sua morte al presente è stato fatto oggetto di periodiche riscoperte e lunghe risacche di oblio che né hanno impedito, né hanno favorito che si imponesse definitivamente nel firmamento dei maestri fondatori della nostra disciplina.