“La maggioranza dei critici e dei lettori, leggendo Stirner con partito preso, lo tratta da individualista, da piccolo borghese egoista, e gli gettano a profusione degli epiteti poco lusinghieri. Per giustificare le loro affermazioni malevoli, loro dovrebbero eliminare da L’Unico tutti quei passaggi – e sono numerosi – dove Stirner fa appello all’azione di tutti gli “io” – “unici” – per scuotere insieme, con uno sforzo comune, il giogo dell’oppressione...”
“La conseguenza immediata di questa teoria fu di preconizzare la lotta diretta ed effettiva. Molti critici vogliono farci credere che Stirner ammetteva solo la rivoluzione delle idee, che egli non giunse affatto fino a formulare la rivolta materiale, essendo prima di tutto partigiano della “trasformazione” interiore, poiché la salute è in noi e non nella trasformazione “esteriore”. E tuttavia tra gli scrittori del suo tempo se ne incontrano raramente che, così vivamente come lui, insistettero sulla necessità del cambiamento – e non solamente del cambiamento, ma del rivolgimento fondamentale delle condizioni materiali della nostra esistenza.”
Victor Roudine scrisse questo saggio nel 1910 ricostruendo l'ambiente materiale ed intellettuale nel quale Stirner ha sviluppato il suo pensiero e ha vissuto; ponendo in rapporto il pensiero sociale di Stirner con quello di Marx e Bakunin, e riscoprendo così uno Stirner fautore ed aperto alla lotta sociale per la liberazione dal giogo religioso, statale e politico.