Le storie dei mercanti avventurieri sono il prodotto avvincente della sete di conoscenza e della brama di guadagno. Esse comunicano grandiose prospettive di paesi lontani, la suggestione di itinerari che sfidano l’ignoto e un fascino dell’avventura che sembra superare le più ardite invenzioni romanzesche
Quando ai giorni nostri si dice che l’imprenditoria italiana non è sempre sollecita ad inserirsi nei mercati internazionali, viene in mente lo spirito d’iniziativa e d’avventura di quei mercanti del Medioevo i quali anticiparono l’età moderna con epiche imprese, aprendo inedite rotte per terra e per mare e disegnando nuovi mondi a Oriente e a Occidente. Nate e spesso scritte per strada, nelle navi o nei caravanserragli, le loro mirabili storie compongono il più fascinoso atlante che sia stato redatto del continente asiatico e delle Indie Orientali, con i loro favolosi empori colmi di spezie, di pietre preziose, di sete, di merci atte a sedurre l’intera gamma dei sensi.